mercoledì 2 gennaio 2013

La sindrome da Golden Age

Quanti di noi nel corso delle nostre vite si sono posti la seguente domanda: "Sarebbe stato meglio vivere in un'epoca diversa da quella contemporanea?". In mente ognuno avrà sicuramente formulato una risposta, per molti negativa e per altri affermativa.

Se fate parte dei nostalgici di epoche mai vissute, sappiate che a detta di alcuni soffrite, come il sottoscritto, della "Sindrome da Golden Age", dove la propria mente tende a trasporsi in un altro tempo, idealmente migliore, per fuggire da una realtà un po troppo avara di stimoli.

A sostegno delle diverse parti ci sono varie teorie. Può anche essere vero che questo tempo sia carente di stimoli, ma è appurato che la facilità con la quale si può dare sfogo alla propria creatività oggi, è ineguagliato in qualsiasi lasso temporale. Vero è anche che di Elvis ce ne stato uno, e questo vale per i vari Freddie Mercury, Frank Sinatra o Jim Morrison.

Se parliamo di arte in senso lato, argomento al sottoscritto molto caro, è innegabile che la spinta vitale del passato, ad oggi, è andata lentamente scemando.
Alcuni sostengono che gli idoli del passato, un tempo venivano etichettati come commerciali. In questo caso i Beatles o i Rolling Stones potrebbero essere paragonati ad oggi con Rihanna o Robbie Williams. La cosa per quanto paradossale potrebbe avere un senso, al di là dei gusti e dei sound che variano di tendenza in base all'impeto culturale del momento.

Detto questo è ovvio che ogni persona si riconosce meglio in un tempo piuttosto che un altro, per attitudini personali, idee, passioni, modi di vivere. Fatto sta che tutti viviamo in un presente e che in questo mondo ci possiamo portare feticci dal passato, ma sempre restando a contatto con la realtà. Perché se si vuole iniziare a vivere in un'epoca piena di stimoli, bisogna trovare un senso all'oggi e non al passato.

Le più grandi civiltà, che hanno diffuso arte, usi e costumi, da quella romana, passando per quella greca, arrivando al Rinascimento italiano, sono sempre state mosse da poteri e filosofie positive, che ricercavano nel mondo e nella vita un senso, e lo trovavano attraverso Dio, la natura e l'amore, omaggiandoli con opere d'arte rimaste impresse nella storia.

Finita la mia piccola riflessione personale, volevo segnalarvi il film "Midnight in Paris" di Woody Allen.
Non avevo mai visto nessun film di questo regista/attore, ma questo mi ha colpito in modo positivo.
Racconta la storia di uno scrittore, che nel 2011 durante una crisi creativa, parte con la fidanzata e i futuri suoceri, in direzione Parigi. Lì, dopo una cena in compagnia di amici decide di vagare per la città, quando, allo scoccare della mezzanotte, si ritrova a passare la serata con i migliori scrittori e artisti degli anni 20', personaggi alla quale si è sempre ispirato, da Heminghway passando per Vang Gogh, Picasso e Fitzgerald.


In questo passato si innamora di una giovane ragazza e parlando con lei scoprirà che per questa, la vera "Golden Age", non è quella che sta vivendo, ma bensì la Belle Epoque, iniziata troppo tempo prima perché lei la potesse godere appieno. Da li parte la riflessione del protagonista, che arriva al punto di capire che un'epoca d'oro esiste per tutti noi, ma non sempre chi ci viveva era consapevole di essersi trovato in una stagione del tempo così straordinaria, forse proprio perché è così pregevole solo per chi non l'ha realmente vissuta. Chiosa finale, un po banale ma molto romantica: il protagonista abbandona la moglie isterica che lo tradiva e resta a vivere nella Parigi contemporanea, incontrando alla fine del film una donna che presumibilmente passerà molto tempo al suo fianco.

Anche se vi ho rivelatato il finale (stasera mi andava così), guardatelo perché merita.
Altrimenti ascoltatevi "Meglio Prima" di J-Ax, un po più terra terra ma molto efficace sull'argomento.

Goodnight boys and girls.