mercoledì 1 agosto 2012

I Nirvana e la Generazione X


Spesso i Nirvana sono stati definiti un gruppo di scarsi musicisti. Le loro canzoni non sono dei capolavori tecnici e la voce di Cobain non è di certo una delle più belle nel panorama musicale di tutti i tempi. Vero, ma c'è qualcosa che il gruppo di Aberdeen è riuscito a fare, entrando di diritto nella storia della musica. Nessuno dai lontani anni 60' ad oggi era riuscito ad incarnare e a raccontare il disagio giovanile in maniera così veritiera come hanno fatto i Nirvana. C'hanno provato i rocker di "stato", con le loro melodie approvate dai governi e i testi simili a delle fiabe a lieto fine, ma non ci sono riusciti o si sono limitati a lobotomizzare menti già ampliamente compromesse. Nevermind, album del 1991, come Kurt Cobain, sono stati il simbolo di un decennio, a volte anche in maniera inconsapevole. Decennio che è la perfetta rappresentazione di una generazione, la così detta "Generazione X" contesa fra la droga, i soldi, l'aids e il vagabondaggio. Dieci anni di repentini cambiamenti a livello mondiale, diffusione dell'eroina su larga scala e perdita di ogni valore morale, sfiducia nelle istituzioni, morte degli "dei" e progresso informatico sempre più inumano, che faceva cadere l'effigi delle vecchie credenze e apriva le porte ad un nuovo stile di vita altamente impersonale.


Lo spirito dei giovani era incentivato dalle nuove possibilità che gli si paravano davanti, ma che venivano veicolate quasi sempre in situazioni di disagio e spesso senza via d'uscita, come la tossicodipendenza, l'alcolismo o l'AIDS. Situazioni spesso incentivate dal potere stesso, che invece di tutelare le fasce più giovani e vulnerabili, progettava passo dopo passo il fallimento mondiale, politico ed economico, che oggi abbiamo tutti sotto gli occhi. 

I Nirvana e il movimento grunge più in generale, sono stati uno dei pochi esempi di vero anticonformismo degli ultimi 30 anni.  Nulla è riuscito a scalfire questa coltre impenetrabile di pessimismo, dettato da condizioni sociali estreme. Nemmeno i soldi hanno fatto perdere di vista a Cobain, l'idea e il mondo che si voleva raccontare. Negli anni avvenire hanno mercificato la materia dei Nirvana: i cd, i poster, le magliette indossate dalle teenager, ma lo spirito, quello che voleva suonare "Rape Me" invece che" Lithium" agli MTV Awards, è rimasto immutato. E tutt'ora quel vento di disperazione e nichilismo, spinge forte le vele di questa generazione dove non vale la pena fare nulla, dove gli dei sono caduti e la società civile, più barbara che mai, spinge i propri figli all'emarginazione.



L'epilogo dei Nirvana è stato sicuramente uno dei più tristi nella storia, che va ad accostarsi a quello di Jim Morrison. Conclusione di un cammino di autodistruzione, assolutamente inevitabile. Non è questione di omicidio o suicidio, e nemmeno di moralismo. Con questo fatto si è portato sotto i riflettori mondiali un sentimento di depressione riguardante molte persone, la "Generazione X" senza fiducia nel domani. A quasi 20 anni di distanza, quell'urlo e quella voce rimangono inascoltate, mentre i baroni e i re banchettano sui nostri anni migliori.

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