domenica 15 luglio 2012

BB King live al Pistoia Blues 2012

Pistoia Blues 2011: The Doors, BB King e Lou Reed, spalmati su tre giorni di festival.
Quest'anno le partecipazioni sono di caratura minore, tranne per quanto riguarda il secondo giorno. Infatti, tra i Subsonica del 12 e Paolo Nutini il 14, si staglia imperioso in Piazza del Duomo di San Zeno, l'ultima leggenda vivente del Blues: B.B. King.

E' la sua 10° partecipazione al festival toscano, sono attese 4000 persone per la serata.

Noi partiamo da casa alle 11, ci vogliono 3 ore di viaggio da Genova per arrivare a Pistoia. Acquistiamo i biglietti e imbocchiamo l'autostrada. In macchina attraversiamo tutta la riviera ligure di levante, per poi spuntare ai piedi delle alpi apuane che regalano sempre un bellissimo effetto cromatico: sembra infatti che la neve su quelle vette persista da anni.
Dopo la sosta in autogrill arriviamo a Montecatini, pochi chilometri ci separano dall'uscita autostradale di Pistoia. Paghiamo il pedaggio, ben 18 euro e 50, e ci dirigiamo verso il centro della città.
Dopo aver parcheggiato vicino allo stadio, ci buttiamo nel centro storico, affollato di bancarelle e camioncini dei porchettai. Stand di magliette e di sangria riempiono i viali, tantissima gente di ogni età e provenienza circola per questi antichi vicoli. Personalmente pensavo che la città fosse più interessante, ma mi sono dovuto ricredere. Magari ho avuto poco tempo per visitarla al meglio. Dopo un panino e una birra entriamo in piazza del Duomo, questa si di indubbio fascino e bellezza. La torre del campanile sovrasta le tribune, il battistero si intravede soltanto ma rende il tutto molto scenico. Mi ricorda vagamente Piazza del Campo a Siena.

Arriviamo che sta già suonando qualcuno. Sono i "Chicago Blue Revue", gruppo che scopriamo poi essere ligure, che coverizza pezzi blues già esistenti ma porta anche canzoni proprie. Un buon complesso, con un armonicista molto tecnico e preparato.
Dopo di loro si presentano sul palco i "Maurizio Geri Swingtet", interpretano pezzi loro, una sorta di gipsy blues mixato a tonalità più tradizionali. Intanto la piazza inizia lentamente a riempirsi, la tribuna centrale è tutta esaurita, mentre quella laterale si riempirà più avanti solo per metà. Fortunatamente è una buona giornata, non fa troppo caldo e rispetto a Milano per il concerto dei "Doors", l'atmosfera è più intima e particolare.

Si devono esibire ancora due gruppi prima della guest star della serata: il primo è un artista blues neozelandese, Paul Ubana Jones, solista, che si accompagna solamente con la propria chitarra acustica. Dopo di lui sale sul palco la "Gerry McAvoy band of friends", spettacolare tributo al chitarrista irlandese Rory Gallagher, che partecipò un anno prima della morte, nel 1994 al Pistoia Blues e che ritorna nell'aria della cittadina toscana con questo gruppo guidato dal suo bassista.

Una volta che il pubblico è stato riscaldato, sale sul palco la band di BB King. Fiatisti, coro, batterista, chitarrista e tastierista con tanto di pianoforte a coda al seguito. Iniziano con una breve session, quando ad un tratto si vede apparire in fondo al palco, annunciato dallo speaker, la leggenda vivente del blues: BB King. Posizionata la sedia al centro del palco si fa portare la sua storica chitarra "Lucille" e accompagnato dalla fedele band inizia lo show. La piazza è gremita, moltissima gente gira video e fa foto, l'attenzione è tutta concentrata su quell'arzillo ottantasettenne seduto al centro del palco. Sono molti i classici che si succedono durante il concerto, uno su tutti "The thrill is gone" che fa esplodere il pubblico. Anche "When the saints go marching in", storico pezzo interpretato da Louis Armstrong, fa cantare la platea, fomentata dallo sguardo e dalle parole di King.


Il finale si annuncia commovente, parte "You are my sunshine", e il grande bluesman dice di non voler andar via, di voler restare a cantare, perché appartiene al pubblico e a questa terra. Chiaro è il riferimento alla sua età e al tempo che gli resta per continuare a suonare e a tenere alto il vessillo del blues. Una lacrima gli solca anche il viso, il momento più emozionante della serata. Accompagnato dalla band inizia a lanciare medagliette e collane dorate sul pubblico, probabilmente oggetti che gli appartenevano. Una volta alzatosi dalla sedia, si dirige verso l'uscita dello stage, accompagnato dall'ovazione del pubblico che lo ringrazia a suo modo. Noi ci dirigiamo subito verso l'uscita della Piazza e raggiungendo un'uscita secondaria riusciamo ad incrociarlo a pochi passi di distanza. Siamo pochi a vederlo da così vicino, una fila di bodyguard ci divide da lui. Alcuni scattano foto, altri gli gridano "thank you man". Perché un uomo così non si può far altro che ringraziarlo, per tutto quello che ha dato alla musica e per l'eredità che lascia al mondo dello spettacolo.

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